“Le hanno uguali i girovaghi” è una celebre frase italiana che si usa per descrivere l’infinita curiosità e avventura che spinge alcuni individui a girare il mondo, alla ricerca di nuove emozioni e esperienze.
Il termine “girovaghi” evoca l’immagine di qualcuno che non ha una meta precisa, ma si muove in maniera quasi casuale e poco ordinata, spinto dall’istinto di scoperta e dal desiderio di conoscere luoghi e persone nuove.
In Italia, la figura del girovago è stata storicamente associata alle figure dell’artista e del bohémien, persone che in cerca di ispirazione e libertà, hanno fatto dell’inquietudine e della vagabondaggio la loro forma di vita.
Da sempre in Italia ci sono state numerose personalità che hanno incarnato lo spirito del girovago, da Giacomo Leopardi che cercava la bellezza nella natura e nella letteratura, a Gabriele D’Annunzio che si spostava spesso tra varie città italiane ed europee, fino a Elio Vittorini il quale, durante la sua vita, ha vissuto in diverse parti del mondo, sempre alla ricerca dell’autenticità e della verità.
Ma non sono solo gli artisti a essere attratti dalla vita di girovago: anche molte persone con lavori che richiedono flessibilità e mobilità come i giornalisti, i fotografi o gli operatori turistici, si ritrovano spesso a dover viaggiare per lavoro e di conseguenza ad adottare uno stile di vita nomade.
In definitiva, la frase “le hanno uguali i girovaghi” rappresenta l’idea che la vita di uno girovago è come una grande avventura, fatta di incontri, scoperte e sorprese. Una vita che, seppur ricca di incertezze e difficoltà, può regalare momenti indimenticabili e arricchire la propria spiritualità e conoscenza del mondo.
Le hanno uguali i girovaghi