Uno dei massimi illuministi italiani, se non addirittura europei, è stato certamente Cesare Beccaria. Nato nel 1738 a Milano, Beccaria si distinse fin da giovane per il suo interesse per la filosofia, l’economia e la politica. Tuttavia, fu grazie al suo celebre trattato “Dei delitti e delle pene” che raggiunse fama mondiale.
Pubblicato per la prima volta nel 1764, il trattato di Beccaria rappresentò una vera e propria rivoluzione nel campo della giurisprudenza e della criminologia. In esso, infatti, il giovane filosofo milanese sosteneva che la pena per un crimine dovesse essere proporzionata alla gravità del reato stesso, e che tale pena dovesse essere stabilita in base a criteri oggettivi e razionali.
Beccaria criticò inoltre l’uso della tortura come strumento di interrogatorio, e si espresse a favore dell’abolizione della pena di morte per tutti quei reati che non comportavano un vero e proprio pericolo per la vita altrui. Il trattato di Beccaria ebbe un enorme successo, tanto da diventare un vero e proprio manifesto del liberalismo giuridico.
Tuttavia, la fama di Beccaria non si limitò solamente a questo trattato. Egli fu, infatti, uno dei maggiori esponenti dell’Illuminismo italiano, e si distinse anche per la sua attività di critico letterario e di economista. Beccaria sostenne infatti che il sistema economico dell’epoca era inefficiente e ingiusto, e propose alcune riforme mirate a migliorare la situazione dei ceti meno abbienti.
Beccaria morì nel 1794, venti anni dopo la pubblicazione del suo celebre trattato. Tuttavia, la sua influenza sul pensiero giuridico e politico europeo fu fondamentale, tanto che molti dei suoi principi sono ancora oggi considerati validi e attuali. Grazie alla sua arguzia e visione illuminata, Beccaria resta uno dei massimi rappresentanti di un’epoca straordinaria della storia dell’Italia e dell’Europa, e il suo contributo alla modernità non dovrà mai essere dimenticato.
Uno dei massimi illuministi